L'ardimento by Stefano Zurlo

L'ardimento by Stefano Zurlo

autore:Stefano Zurlo [Zurlo, Stefano]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2012-06-22T21:00:00+00:00


Don Carlo conversa con gli esperti ma tiene d’occhio il Parlamento. E nei palazzi del potere si gioca nel 1950 una partita importantissima: al Senato si discute il progetto sul «riordinamento delle pensioni di guerra». In sostanza si devono quantificare i flussi finanziari in favore dei mutilatini e devono essere scelti i partner delle istituzioni, gli enti che riceveranno un aiuto economico per ogni ricovero. In campo due soggetti: l’ONIG (Opera Nazionale Invalidi di Guerra), sostenuta da sinistre e liberali, e la Federazione Pro Infanzia Mutilata. Don Carlo teme, non a torto, di essere tagliato fuori: c’è il rischio che l’ONIG ottenga una sorta di regime di monopolio e che la sua opera venga soffocata sotto una cappa burocratica, perdendo contemporaneamente tutte le risorse necessarie per sopravvivere. Don Carlo, scortato da don Mazzolari, si installa a Palazzo Madama e segue passo passo le votazioni: vuole «dissuadere» i senatori «da questa statizzazione che rischia di essiccare i filoni di privata beneficenza fino ad allora dimostratisi essenziali»; trasforma quel duello in una questione personale: una vittoria dell’ONIG suonerebbe come «una offesa a chi si è prodigato oltre ogni immaginazione per affrontare la spinosa questione».17

L’ONIG, però, vince. Il ricovero dei mutilatini viene affidato all’Opera Nazionale Invalidi di Guerra; in più, contentino, si stabilisce che l’ONIG si avvarrà del concorso di enti giuridicamente riconosciuti. Come la Federazione Pro Infanzia Mutilata. Tutto qua.

Don Carlo, furente, scrive ad Andreotti parole durissime: «Bisogna pensare, a tutti i costi, a vincere alla Camera, e fin d’ora a mutare il volto massonico e laicista dell’Opera Nazionale Invalidi di Guerra. Se un residuo di pubblico ci fosse stato sulla vera e intima natura di questa opera, lo schieramento a sua difesa istintivamente formatosi al Senato (i comunisti, liberali, fusionisti, contro la gravità e lo sbandamento dei democristiani) basterebbe a riprovarlo. Poiché qui si tratta di un settore il più squisitamente cristiano dell’educazione, quale quello della pedagogia cristiana del dolore innocente, io sono disposto a difenderlo con tutti i mezzi. Ma spero che questo non sarà necessario». In coda, don Carlo annuncia un altro passo in quella guerra senza quartiere: «Del problema, ho già investito il presidente, attraverso Donna Francesca».18 Moglie di Alcide De Gasperi.

Il 22 giugno, don Carlo torna a scrivere, da «sacerdote a cristiano», ad Andreotti. E di nuovo, senza tanti preamboli, esprime il proprio, impaziente punto di vista: «La nomina del consiglio d’amministrazione dell’ONIG è ormai imminente e improrogabile. Occorre che il Governo muti radicalmente l’ispirazione di questo organismo che — pur costandogli quattro miliardi l’anno — ha sempre fatto una politica antigovernativa, che va dallo stato di permanente agitazione in cui ha tenuto e tiene la massa degli invalidi e mutilati di guerra, alla recente manifestazione al Senato in occasione della discussione sull’assistenza ai mutilatini, dove i suoi amici e difensori sono stati i comunisti, i socialisti, i liberali e i massoni». Come si vede, la tattica è cambiata: ora l’obiettivo non è più, o non soltanto, fermare la nuova norma in discussione a Roma, ma, sostanzialmente, impadronirsi dell’ONIG.



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